La biografia
Nasce a Valmadrera nel 1939, e vive la sua infanzia nel difficile periodo della seconda guerra mondiale. Già da bambino stupisce per la sua capacità di esprimersi nel disegno, proprio per questo motivo, finite le scuole, viene mandato a imparare presso un artigiano, che si occupa di decorazioni.
Verso i vent’anni inizia la sua carriera da pittore autodidatta, che porterà avanti fino agli ultimi giorni della sua vita.
La prima personale è del 1964, in cui espone grandi quadri spatolati a olio, che raffigurano i paesaggi che lo circondano.
Seguono altre personali, collettive e concorsi in varie città italiane, dove riceve ampi consensi.
Negli anni successivi, nei suoi dipinti dai colori forti, eseguiti principalmente ad olio, la sua verve da polemista affiora di prepotenza. Alla fine degli anni '60, nelle sue opere di impronta surrealista, tratta temi sociali, spesso precorrendo i tempi, di cui tanto si parla ancora oggi.
Nel '68, la grande tavola intitolata “Squilibri”, denuncia l'ingiustizia di pochi ricchi, che governano il mondo, a discapito dei più poveri. Mentre nel quadro del '73, “Morte di un gatto per inquinamento”, è chiaro il riferimento al tema ecologico.
Ma la ricerca non finisce mai. Passa ogni momento del suo tempo libero documentadosi e studiando i grandi del passato, da Giotto a Michelangelo, da Caravaggio fino a Picasso.
La sua creatività lo porta a spaziare sia nelle tecniche che nei soggetti, dai suoi amati cavalli, a una serie di opere con al centro le rose, ai paesaggi, agli acquarelli delle maschere, che vogliono rappresentare una metafora della doppiezza umana.
Molte le opere a carattere religioso, tra le più significative, due grandi croci, l’una raffigurante il vecchio e il nuovo testamento, e l’altra un Gesù inchiodato alla croce tra mille tormenti.
Nella sua produzione troviamo anche diverse sculture, a cui si dedica in alcuni momenti della sua vita, dai busti in gesso dei primi anni, alle stupende creazioni in legno, che caratterizzano gli ultimi periodi.
Dal '96 in poi, gli anni segnati dalla malattia, gli elementi ricorrenti nelle sue opere sono quasi tutti dotati di ali.
Dagli stupendi acquarelli delle farfalle, ai maestosi cigni, agli angeli quasi tutti realizzati ad acrilico.
Nonostante la sua lotta caparbia per vivere, la sensazione inconscia che fuoriesce dalle sue opere, è di dover volare via.
Emblematico uno degli ultimi quadri, realizzato a colori alchidici, intitolato “quelli che vanno”, che raffigura un uomo, sempre seguito dalla sua ombra, che arriva, fa un cenno di saluto e se ne va. Sicuramente un suo modo per spiegare la provvisorietà della vita.
Si spegne nel 1999, lasciando un vuoto nella comunità dove ha sempre vissuto.
Rimangono le sue opere, da cui traspirano i suoi pensieri, a volte incomprensibili. Spesso osservando le sue tele emerge, ad un occhio attento, tutto il dolore del mondo.